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Lo IOR rifiuta una proposta di Futura Funds Sicav per risolvere il contenzioso sul palazzo della Borsa di Budapest

2020-05-01

L’Istituto per le Opere di Religione (IOR) ha rifiutato una proposta di riacquisto di tutte le azioni di Classe B dallo stesso detenute nel comparto Kappa del fondo maltese Futura Funds SICAV Plc, che è indirettamente proprietario del prestigioso Palazzo della Borsa di Budapest. Futura Funds SICAV plc è la piattaforma maltese di Optimum Asset Management, società specializzata nella gestione di fondi immobiliari.

La proposta, proveniente da un gruppo internazionale attivo nel settore dell'ospitalità, aveva un valore complessivo di 56,7 milioni di euro e prevedeva, tra l'altro, il riacquisto delle azioni di Classe B, interamente detenute dallo IOR, per 17 milioni di euro, pari all’importo effettivamente versato dall'Istituto per la relativa sottoscrizione. Un prezzo  non solo superiore alla più recente valutazione dell’immobile in portafoglio curata dall’esperto indipendente Jones Lang LaSalle, ma anche estremamente premiante in considerazione del valore significativamente inferiore dell’attuale NAV delle azioni di Classe B del comparto Kappa.

Il resto della somma offerta sarebbe andato, oltre che al riacquisto delle azioni degli azionisti di Classe A, a parziale copertura delle passività che sono maturate negli anni a causa del fatto che il comparto Kappa non ha potuto dare corso al previsto sviluppo del Palazzo della Borsa in conseguenza dell’inadempimento dello IOR all'impegno di investimento di 41 milioni di euro assunto in sede di costituzione del comparto. Lo IOR ha infatti versato soltanto 17 milioni di euro e l’inadempimento all’ulteriore impegno di sottoscrizione ha inevitabilmente comportato un grave pregiudizio per l'iniziativa di ristrutturazione immobiliare, con maturazione di costi che hanno sempre più depresso il NAV del comparto Kappa.

È la seconda offerta di acquisto connessa al Palazzo della Borsa di cui lo IOR impedisce il perfezionamento. Il 6 novembre 2019, infatti, il comparto Kappa aveva concluso un contratto preliminare di compravendita con un primario gruppo immobiliare ungherese per trasferire la società veicolo che detiene la partecipazione maggioritaria della società proprietaria del Palazzo della Borsa di Budapest a un prezzo coerente con la valutazione dell’immobile di Jones Lang LaSalle. Tuttavia, lo IOR ha condannato al fallimento anche questa opportunità tramite l’adozione di una serie di azioni inibitorie che hanno impedito il perfezionamento della predetta vendita. Il persistente rifiuto, da parte dello IOR, sia di partecipare appieno allo sviluppo di questa importante iniziativa immobiliare sia di uscire dall'investimento comporta quindi oggi la paralisi totale del progetto, causa l'accumulo di spese e ingenti danni per gli altri investitori.